Carceri, l’emergenza continua. Riportiamo una nota di Sabino Petrongolo Segretario Regionale dell’Unione sindacati di Polizia Penitenziaria (U.S.P.P.) su “Emergenza aggressioni, problematiche di gestione e precisazioni sullo stato di abbandono istituzionale dei Poliziotti Penitenziari della C.C. Pescara”. La nota è stata inviata al dott. Maurizio Veneziano, Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria, al dott. Flavio Verdani, Prefetto di Pescara, alla dott.ssa Armanda Rossi, Direttrice della Casa circondariale di Pescara, alla Segreteria Nazionale U.S.P.P.
“Non più di un mese e mezzo fa, per la precisione il 21/02/2024, unitamente ad altre sigle sindacali, questa O.S. ha manifestato sotto gli uffici della Prefettura di Pescara per portare all’attenzione delle Istituzioni locali le criticità che il Penitenziario della città sta affrontando da troppo tempo.
Il 27/02/2024 le segreterie locali delle sigle sindacali sono state ricevute dal Signor Prefetto;
nell’occasione abbiamo evidenziato le difficoltà che il pochissimo personale attualmente in servizio è costretto a fronteggiare nel gestire un istituto con un livello di sovraffollamento altissimo unito commistione di detenuti facinorosi, psichiatrici e tossicodipendenti, dove chiaramente in un ambiente cosi sovraffollato diventa difficilissimo convivere, e puntualmente accade che viene preso di mira il personale operante.
Il 22/02/2024 quindi il giorno successivo alla manifestazione sotto la Prefettura il Provveditore del Lazio, Abruzzo e Molise ha incontrato le Segreterie Regionali di tutte le sigle sindacali, dove anche in quell’occasione questa O.S. ha ribadito tutte le criticità evidenziando che l’istituto pescarese, rispetto a tutti gli altri, aveva una carenza organica del 40%, in considerazione che questo dato viene calcolato da una pianta organica del 2017 riconosciuta in adeguata anche dai precedenti Provveditori.
In quell’incontro questa O.S. aveva suggerito al Provveditore quale tipo di intervento immediato avrebbe potuto dare e nello specifico un sostegno concreto a questo istituto, chiedendo di sfollare un piccolo reparto di cinque stanze occupato da 25 detenuti, per utilizzare quelle stanze come reparto di osservazione ed allocarci proprio quei detenuti più facinorosi e di difficile gestione, ma nulla è stato fatto.
Poi succede che in data 09/04/2024, un detenuto trasferito a Pescara, conosciutissimo per gli atti di vili aggressioni che aveva già perpetrato negli Istituti del circondario, vigliaccamente si scagliava su otto unità di personale di cui sette colleghi uomini ed una collega donna. Sette di loro finivano in pronto soccorso con prognosi di sette giorni, solo per aver cercato di evitare di fargli raggiungere luoghi inaccessibili della struttura.
Ad oggi, il detenuto, ancora in custodia a Pescara, per poterlo allocare in una stanza da solo precauzionalmente, si sono dovuti spostare altri detenuti, spostamenti che creano ulteriore sovraffollamento tra gli stessi e quindi proteste e tentativi di sommosse.
Appare chiaro, che la nostra richiesta non era da ritenersi fantascienza!
Noi parliamo con cognizione di causa!
Ma chi ci ascolta?
Nostro malgrado ci tocca evidenziare anche le inesattezze riportate nella nota del Provveditore nel colloquio epistolare con il Prefetto di Pescara, dove riferisce che le carenze organiche sono nella media del distretto, mentre si smentisce da solo nella nota emessa dal suo stesso ufficio qualche giorno fa, dove risulta che il San Donato è l’unico istituto tra il Lazio Abruzzo e Molise ad arrivare a una carenza del 40%.
Stesso discorso accade quando si fa riferimento agli interventi strutturali per le automazioni dei reparti detentivi, dove riferisce al Prefetto “collaudati e funzionanti”.
Evidentemente il Signor Provveditore disconosce la reale situazione di questo Istituto in quanto nel reparto penale non ci sono automazioni funzionanti ormai da molti anni.
Poi a nostro parere, e come più volte evidenziato, il tallone di Achille dell’Istituto è il muro di cinta, ad oggi non vede nessun progetto di messa in sicurezza inerente la sua bassezza e abbiamo da poco appurato che a causa dell’enorme dispendio economico che lo stesso comporta probabilmente si prospetta un progetto pluriennale.
Peccato però che non meno di un mese fa proprio la palese vulnerabilità di quel perimetro cementizio decadente (con possibilità di cedere sul Personale in transito), ha invogliato un giovane detenuto a tentare la fuga, probabilmente proprio perché ingolosito dalla possibilità di scavalcarlo saltando da un edificio adiacenze.
Solo il tempestivo e coordinato intervento del poco personale in servizio ha scongiurato l’ennesima evasione beffa, ma probabilmente con un minimo di organizzazione del detenuto, oggi saremmo qui a raccontare di un’altra sconfitta per l’Istituto e per lo Stato.
Allora, pur rinnovando i complimenti per chi sta dando il 110% per evitare ogni giorno di dover fare un elenco di cronaca nera, dobbiamo continuare a denunciare ancora una volta l’assenza dei Superiori Uffici sulle vere esigenze di questo Istituto, continuando a mettere in pericolo l’incolumità degli agenti e degli operatori tutti, nonché dell’ordine e della sicurezza pubblica".