“Abbiamo bisogno del tuo coraggio”. E’ con questo richiamo alla versione originale e censurata della “Canzone del Maggio” di Fabrizio De Andrè, che Ultima Generazione ha lanciato l’inizio dell’iterazione che avrà inizio sabato 11 maggio in piazza Vittorio Emamuele II, e che vedrà il movimento per tre settimane mobilitato nella Capitale; per chiudere poi con l’altro grande appuntamento del 25 maggio.
In questi due anni Ultima Generazione si è imposta nel dibattito pubblico, crescendo come collettivo, passando gradualmente dall’essere etichettati e stigmatizzati come “imbrattatori”, “ecovandali”, “ecoterroristi”, al più tiepido “ecoattivisti”. Questo, nonostante la narrazione tossica della politica e dell’informazione mainstream, tesa costantemente a criminalizzare gli attivisti, equiparando la violenza alle stesse ragioni della protesta. Un’affermazione importante per questo movimento, nonostante il crescente clima di oppressione mirata di cui sono stati, e sono tutt’ora fatti oggetto, da parte dell’attuale governo.
Insomma, questo movimento fa paura, spaventa il governo e il potere, mette in imbarazzo una tiepida opposizione politica, incapace anche di decidere se schierarsi, se non a sostegno, almeno a difesa di queste persone, che con i loro corpi e la disobbedienza civile nonviolenta, hanno messo a nudo il fallimento in Italia anche dalla minima idea di avvio della transizione ecologica ed energetica, e la completa inazione del governo.
Quello che spaventa il potere, è probabilmente proprio il fatto che queste persone, di un’età che va dai 17 ai 75 anni e che sono radicate, con un’organizzazione sociocratica ed orizzontale, in tutta la Penisola, non mirino alla conquista del potere, a sostituirlo come nei casi storici più tradizionali, ma pretendono che i governi facciano le scelte giuste per il bene dei cittadini, esigendo l’esercizio della democrazia reale.
Ed è qui, sul tema della democrazia, che con la chiamata di maggio, che anticipa il grande salto di ottobre, Ultima Generazione fa il passaggio di fase. Non è più da tempo, se mai lo è stato, il movimento che pone il tema dell’esistenza della crisi climatica, ma sullo sfondo della normalità assunta da quest’ultima nella quotidianità della vita delle persone, chiede giustizia climatica e sociale, e di conseguenza misure a sostegno delle persone, come un “Fondo Riparazione” permanente e partecipato da 20 miliardi di euro.
Ultima Generazione adesso entra coraggiosamente nel drammatico e profondo solco della crisi della democrazia rappresentativa italiana, prefiggendosi di ricostruire la democrazia su basi sostanziali: “Riprendiamoci la democrazia” infatti è lo slogan della chiamata dell’11 maggio a Roma.
Da mesi Ultima Generazione, da Nord a Sud, sta organizzando assemblee popolari in strada, nelle piazze, negli spazi civici. Rappresentano l’apertura di uno spazio pubblico e inclusivo di democrazia diretta, in cui le persone hanno la possibilità di vivere un processo consultivo, ed esprimere la propria opinione su temi riguardanti la gestione della propria città.
La chiusura dei governi, con i politici impegnati esclusivamente in strategie tese a conservare il consenso elettorale, porta progressivamente all’abbandono dei cittadini, lasciati soli per primo nelle tragedie causate dalla crisi climatica, e sancisce di fatto il tramonto della democrazia rappresentativa. Dentro a quei palazzi non stanno facendo nulla per proteggere la popolazione dal collasso climatico e sociale: non possono continuare a credersi assolti.
Ultima Generazione pretende giustizia, che i danni siano riparati da chi li ha causati, e che gli ultimi non continuino ad essere dimenticati. Di fronte a un governo dominato dagli interessi economici, ricattato dalle multinazionali del fossile, e completamente indifferente al reale benessere dei cittadini, la resistenza civile nonviolenta emerge come la scelta democratica inequivocabile per far valere la partecipazione politica. Per questo convergeranno a Roma, per riportare in vita la democrazia con i loro corpi, in una protesta nonviolenta, partecipata ed inclusiva. Si, Ultima Generazione, che in questi anni il proprio coraggio ce l’ha messo, ora ha bisogno di quello di tutti noi. A tra poco. (Leonardo Animali, Gruppo stampa di Ultima Generazione - Palermo)