Annus horribilis
Il 2024 sta per chiudersi con una orribile cifra record: sono 88 i morti suicidi nelle carceri italiane, dieci anni fa erano 43, la metà. E con lo stesso numero di detenuti. Persone non numeri… persone con una propria storia eppure tutte avvenute in un unico contesto, quello del carcere un luogo dove le condizioni di detenzione sono sempre più degradanti, difficili da sopportare soprattutto per le persone che in carcere non ci dovrebbero stare: malati, persone con patologie psichiatriche e dipendenze, persone che andrebbero curate in luoghi idonei e non gettate all’inferno. Un luogo dove il sovraffollamento o meglio l‘accatastamento di corpi in spazi chiusi e malsani supera ogni immaginazione, mediamente oltre il 130 per cento. 88 ai quali si devono aggiungere 156 morti per altre cause (malattia o altro ancora da accertare) per un totale di 244 persone che hanno peso la vita negli istituti di pena italiani.
La situazione è altrettanto grave anche in Abruzzo e soprattutto a Chieti, Pescara e Lanciano dove Voci di dentro ha conoscenza diretta: nel corso dell’anno ci sono stati 6 morti, 3 suicidi, 2 per cause da accertare e 1 per malattia. E anche in Abruzzo morti che avvengono in strutture fatiscenti e fuori norma: nel carcere di Chieti i posti letto “regolamentari” sono 79, ma i detenuti sono 135; a Pescara di fronte di 276 posti i detenuti sono 462; a Teramo dove i posti sono 255 le persone ristrette sono 390; a Sulmona invece che 323 come da pianta organica i detenuti sono 448; a Lanciano invece che 223 sono 257; a Avezzano invece che 53 i detenuti sono 75. E così per sopperire alla mancanza di posti letto se ne continuano ad aggiungere tanti altri “posti letto di fortuna”: materassini per terra senza branda, aggiunta di terze brande fin sotto il soffitto, materassini nelle stanze barberia come a Pescara o nelle sale colloqui avvocati peraltro senza gabinetto. Ammucchiati di notte e ammucchiati di giorno, anziani e dipendenti da sostanze, malati e fragili, tutti insieme in stanze per 4 che diventano per 6, stanze da sei che diventano da 12: all’ora del pranzo o della cena devono fare i turni perché nelle celle mancano sgabelli a sufficienza.
2024: Annus horribilis. Con una sola certezza: cambiare si può, anzi si deve. E Voci di dentro non smetterà di lavorare perché non ci siano più anni orribili.