Cordoglio per le vittime della ennesima strage operaia a Bologna a poche settimane dalla morte di Attilio Franzini a S. Giorgio di Piano. Prendiamo atto dei soliti commenti del “giorno dopo” da parte dei soliti intervistati dai media.
Il 26 maggio del 2022 a Modena, giorno della nascita della “Rete nazionale lavoro sicuro”, abbiamo sottolineato che uno dei problemi più gravi ed urgenti è quello di “arrivare il giorno prima” e non “il giorno dopo” ai funerali, con le solite frasi di circostanza. Abbiamo detto che senza un nuovo protagonismo dei lavoratori e senza un mutamento di forza nei rapporti tra capitale e lavoro la sicurezza resterà una chimera da invocare quando è già troppo tardi. Abbiamo detto che la strada maestra della prevenzione è la valutazione critica del Documento di Valutazione dei Risch (DVR) che deve essere affidata alle “assemblee di gruppo operaio omogeneo” gestite dai lavoratori con la partecipazione degli organi di vigilanza; abbiamo ricordato che questa prassi non è inventata da noi ma è il frutto della esperienza operaia degli anni 60-70 del secolo scorso, una prassi ratificata poi anche a livello istituzionale (legge regionale n.33/1979), prassi poi malauguratamente caduta in disuso ma che va rilanciata e rinforzata.
Cosa sarebbe successo se prima di ognuna delle stragi e delle morti che hanno insanguinato il nostro paese, con una terribile e apparentemente recrudescenza persino dopo il varo del decreto 81/2008, appunto cosa sarebbe successo se “prima” delle stragi si fossero tenuti nei siti a rischio assemblee di gruppo operaio omogeneo? Semplice: le stragi non si sarebbero verificate.
Aumentare i controlli? Certo ma non con le penose iniziative del governo come la patente a crediti, un sistema in cui con la morte di un operaio perdi 15 punti che puoi tranquillamente recuperare con i cosiddetti “corsi di formazione” sulla cui valenza ci sarebbe molto da dire.
Ora crolla il mito del toyotismo (efficienza, just in time, lavoro di squadra ecc.) ma ci voleva poco perché crollasse; ecco che il “giorno dopo arrivano flebili voci operaie che informano su un incendio in verniciatura “in passato” e su “problemi alla linea 1", dove, racconta una operaia “i lavoratori” si fanno spesso tanto male”.
Dal 2022 diciamo a gran voce che non esistono gli infortuni intesi, in lingua italiana, come “mancanza di fortuna”; dietro ognuno di questi eventi luttuosi, più o meno gravi, c’è una carenza di misure di prevenzione o di manutenzione, c’è una lacuna nel DVR, oppure c’è un DVR perfetto ma “rimasto in un cassetto” e sconosciuto ai lavoratori. Si pensi al pluridecennale ostruzionismo opposto dalle imprese ai tentativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) di ottenere copia del DVR per poterlo “studiare” adeguatamente anche con l’ausilio di consulenti di fiducia. No, il DVR è oggetto di una prassi da “segreto di stato” ed è consultabile solo nella sede aziendale! Assurdo.
Abbiamo posto di recente un quesito alla famosa “commissione nazionale per l’interpello” ma non abbiamo ricevuto risposta…
Per quel che riguarda il comune di Bologna: il sindaco si è recato sul sito della strage; ed ha fatto bene; ma non basta: anni fa, con altra amministrazione, fu convocato un gruppo di lavoro sul tema della prevenzione, ma ebbe vita breve e difficile. Perché non è stato ricostituito, magari allargando i soggetti partecipanti? Sicuramente una inerzia che tradisce un sostanziale disinteresse, così come tradisce il palese disinteresse del comune di Bologna la condotta evitante sulla proposta di installare una targa ricordo di Reuf Islami, giovane immigrato albense schiacciato dallo smottamento di uno scavo privo di protezioni avvenuto 20 anni fa in via Ranzani…
Al momento, lo ribadiamo, la strada maestra per realizzare la prevenzione è la costituzione ovunque dei gruppi operai omogenei che si rapportano in assemblea con i servizi di vigilanza e che queste assemblee periodiche si convochino e si tengano “il giorno prima” e non il giorno dopo.
Ovviamente oltre a mettere in discussione i meccanismi di apparente controllo e vigilanza previsti dalla “patente a crediti”, occorre che il governo ritiri il decreto 103/2024 che pur non azzerando totalmente la vigilanza (come qualche commentatore superficiale ha ipotizzato) alla vigilanza, pur sempre, dà un colpo che la indebolisce fortemente.
Al momento, con la fondamentale collaborazione del sindacato Si Cobas (ma la proposta è aperta a tutti) abbiamo convocato e tenuto assemblee di gruppo omogeneo dove abbiamo potuto, partecipandovi ovviamente non come organo di vigilanza ma come tecnici di fiducia dei lavoratori per elaborare osservazioni, critiche e proposte di miglioramento del DVR.
Se non si segue e non si generalizza questo percorso è altamente probabile che le stragi si ripetano.
Ultimo ma non ultimo: un messaggio di vive condoglianze ai familiari e ai compagni di lavoro di Fabio Tosi e di Lorenzo Cubello e di solidarietà a tutti gli operai feriti e spaventati dal tragico evento. Agiamo uniti guardando al futuro.
Vito Totire, medico del lavoro, portavoce Rete Nazionale Lavoro Sicuro