Terza persona morta dopo l’utilizzo della pistola Taser

16 Sep 2025 Vito Totire

Taser: e non sai contro chi spari. Il Taser è un crimine di pace. E lo abbiamo già detto in una udienza penale di Bologna contro un giovane attivista ecologista che l'ha “provato” sulla sua pelle. Ci aspettavamo che il Tribunale deferisse la questione dell’uso del Taser alla Corte Costituzionale, invece il procedimento si è concluso con la condanna dell’attivista ecologista piuttosto che con osservazioni critiche.
Ora, in poche settimane si ha notizia di tre morti dopo l’uso del Taser (Olbia, Genova, Reggio Emilia). Ovviamente volendo affrontare come si suol dire “scientificamente” la questione non si può confondere la successione cronologica con un nesso eziologico.
L’ultimo decesso è quello avvenuto ieri mattina a Reggio Emilia; è morto un uomo di 41 anni; i commenti sono i “soliti”; i “sindacati” di polizia si sono sbilanciati nella solita difesa d’ufficio degli operatori ma non hanno ben compreso che va messa in discussione anche, o meglio soprattutto, la condotta di tutta l’organizzazione e non del singolo operatore che certo può usare il Taser in maniera diversa da caso a caso. ma che ha ricevuto in mano, di fatto, uno strumento che egli è indotto, o meglio costretto, ad usare al buio.
Il “dibattito” si era aperto recentemente dopo i fatti di Olbia e di Genova e pareva “chiuso”; infatti in Italia si “discute”, per modo di dire, sempre il “giorno dopo” e la discussione viene riaperta, dopo chiusure sommarie, solo se “ci scappa di nuovo il morto”; ma le cose, dall’udienza del settembre 2024 per il processo contro l’attivista ecologista di Bologna, non sono cambiate se non per la crescita del numero dei morti : agli operatori del cosiddetto “ordine pubblico” è stato messo in mano uno strumento che essi devono necessariamente usare al buio su persone che fanno da bersaglio e delle cui vulnerabilità essi (gli operatori) non sanno nulla. È come usare un mezzo di contrasto radiologico senza aver fatto la anamnesi relativa a eventuali condizioni di sensibilità.
 La Procura di Reggio Emilia fa sapere che le indagini procedono serratissime e segrete; si vedrà. Intanto certi dati relativi agli eventi mortali di Olbia e Genova sono arrivati immediatamente e sono stati commentati da un sindacato dei carabinieri evidentemente autodichiaratosi medico-legale honoris causa; dopo Olbia e Genova sulla base di dati emersi dalla autopsia e (dobbiamo supporre) divulgati ma interpretati male qualcuno non solo ha “assolto” la pistola Taser ma ha addirittura intimato i critici a “chiedere scusa” per aver definito questo mezzo “mezzo di tortura”.
Tuttavia le notizie diffuse relative ai riscontri autoptici confermano quello che è stato sostenuto nella deposizione del settembre 2024 presso il tribunale penale di Bologna: le notizie diffuse (non esisteva il segreto istruttorio?) e commentato da autoproclamati medici legali confermano che l’uso della pistola Taser su persone di cui non si conosce la anamnesi clinica è un intervento al buio e quindi esattamente un crimine di pace come lo definirebbe Franco Basaglia.
Piuttosto che un crimine preterintenzionale è un crimine preterintenzionale con previsione: infatti viene usata proprio ai danni di una ristretta coorte di persone potenzialmente vulnerabili perché portatori di cardiopatie o assuntori di sostanze farmacologiche (illegali o legali) i cui effetti collaterali possono entrare in sinergia con gli effetti collaterali della pistola Taser; gli effetti collaterali possono potenziarsi a vicenda; Dunque Taser come causa ma anche come concausa di morte.
Gli effetti collaterali sono poi “solo” fisici/somatici o la pistola Taser può avere anche effetti psicotraumatici? La letteratura scientifica propende a dire che può avere anche effetti psicotraumatici. In definitiva una risposta angosciante di cui terranno certamente conto gli inquirenti che si stanno occupando del “suicidio” del giovane (diciassettenne) detenuto nel carcere minorile di Treviso; non basta la frase di circostanza pronunciata il “giorno dopo”: “questa morte è un fallimento”.
In questo contesto il signor ministro Piantedosi si presenta a Bologna “offrendo” Taser ai vigili urbani e criticando la “resistenza” (almeno su questo!) del sindaco della città. 
E non va dimenticato che la stessa produzione del Taser comporta rischi: quel che si produce si vende, è la logica del mercato, e così la pistola Taser è stata riscontrata “in dotazione” anche a un gruppo di “ragazzini” alla stazione di Imola! Per non parlare della “criminalità organizzata.
Occorre voltare pagina: un altro “ordine pubblico” è possibile! La pistola Taser va messa immediatamente fuori uso, non a favore delle pallottole ma a favore di metodi e procedure a tasso di violenza tendente allo zero e alla prevenzione delle condizioni di disagio e di scompenso.


Vito Totire è portavoce del Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria Francesco Lorusso