<p style="text-align:justify; margin-bottom:11px"><span style="font-size:12pt"><span style="text-justify:inter-ideograph"><span style="line-height:115%"><span style="font-family:Aptos,sans-serif"><strong>Sono ormai 49 le persone ristrette che dall'inizio del 2024 si sono tolte la vita. Molti di loro erano giovani, l'hanno fatto impiccandosi alle sbarre della cella o inalando il gas del fornelletto utilizzato per cucinare. Siamo tornati indietro negli anni e abbiamo ripescato la riflessione scritta nel 2010 da una persona allora detenuta. Nel frattempo nulla è mutato nelle carceri. Anzi, la situazione è in continuo peggioramento</strong>.</span></span></span></span></p>
<p style="text-align:justify; margin-bottom:11px"><span style="font-size:12pt"><span style="text-justify:inter-ideograph"><span style="line-height:115%"><span style="font-family:Aptos,sans-serif">Mi ritrovo qui con tre cose: un lenzuolo uno sgabello e una finestra. Ho gran voglia di usarli e sto decidendo come potrei usare il lenzuolo come sciarpa, potrei unirlo in matrimonio con le sbarre della finestra, potrei usare lo sgabello come trampolino forse per placare la voglia che ogni uomo ha. La voglia di volare. </span></span></span></span></p>
<p style="text-align:justify; margin-bottom:11px"><span style="font-size:12pt"><span style="text-justify:inter-ideograph"><span style="line-height:115%"><span style="font-family:Aptos,sans-serif">Sono qui e continuo a pensare a come poter usare questi strumenti. Potrei usare il lenzuolo come se fosse un tappeto magico e andare in qualche posto nuovo o ritornare in posti già visti. Potrei usare lo sgabello come trono e sognare di essere il re di qualche antica civiltà passata. Potrei usare la finestra come lo schermo di un cinema e decidere lo spettacolo da vedere. </span></span></span></span></p>
<p style="text-align:justify; margin-bottom:11px"><span style="font-size:12pt"><span style="text-justify:inter-ideograph"><span style="line-height:115%"><span style="font-family:Aptos,sans-serif">Potrei tagliare il lenzuolo in tante piccole cordicelle per poi ritrovarmi ad appoggiarle sopra i vestiti lavati e da far asciugare. Potrei afferrare lo sgabello con la mia mano destra alzarlo al cielo e diventare un domatore, potrei solo sedermi sopra; potrei usare la finestra come una sorta di macchina del tempo, tuffarmi dentro, ritrovarmi nel passato e rivedere le persone che ho perso. Risentire gli odori dimenticati, potrei di nuovo appoggiare la mia testa al seno di mia nonna, la donna che mi ha fatto da mamma. Oppure potrei tagliare il lenzuolo in tanti piccoli quadratini e improvvisare un carnevale passato. </span></span></span></span></p>
<p style="text-align:justify; margin-bottom:11px"><span style="font-size:12pt"><span style="text-justify:inter-ideograph"><span style="line-height:115%"><span style="font-family:Aptos,sans-serif">Potrei sedermi sullo sgabello e ritrovarmi alle elementari rivedere Lavinia. Quanto mi piaceva quella bambina, la mia compagna di banco. Potrei mettermi alla finestra e usarla solo come se fosse un dipinto. Fissarla e chiedermi come avrà fatto l’autore a mettere su tela quella splendida visione. Vorrei scegliere in fretta. Vorrei avere già deciso. Ma sono in ritardo, la guardia apre la cella, sono le sette. C’è la conta. Forse sono in ritardo. O forse ho voluto stare con voi ancora un altro giorno.</span></span></span></span></p>
<p style="text-align:justify; margin-bottom:11px"><span style="font-size:12pt"><span style="text-justify:inter-ideograph"><span style="line-height:115%"><span style="font-family:Aptos,sans-serif">*Riflessioni di una persona ex detenuta, ora libera, pubblicate nel numero 13 - luglio 2010 - della rivista Voci di dentro</span></span></span></span></p>
<p style="text-align:justify; margin-bottom:11px"><span style="font-size:12pt"><span style="text-justify:inter-ideograph"><span style="line-height:115%"><span style="font-family:Aptos,sans-serif">L'immagine è una delle tavole di Giovanni Battista Piranesi incisore veneto vissuto nel 1700. </span></span></span></span></p>