
Nell’inverno di due anni fa, una nota azienda della zona licenziò un ragazzo, collega e amico. Utilizzarono un semplice pretesto, su cui costruirono sopra la storia che gli permettesse di licenziarlo. Questo ragazzo, collega e amico, aveva appena comprato casa. Si era messo sulle spalle un mutuo trentennale, ed aveva una figlia piccola a casa. Ero presente quando si svolsero i fatti usati come pretesto, sapevo che la storia scritta sulla lettera di licenziamento erano semplici balle, bugie da piccoli uomini. Quando mi chiese di scrivere una lettera per il suo avvocato non ci pensai due volte. Sti cazzi del mobbing, delle occhiatacce, delle possibili repressioni. Andai a casa e scrissi la lettera, la firmai e gliela inviai. Alcuni mesi dopo il mio collega e amico ricevette ciò che gli spettava. Il giudice del Lavoro aveva accolto la mia ed altre...
